L’area di Massa Marittima vanta la presenza di numerose grotte e gallerie naturali, che soprattutto durante la stagione estiva, possono essere visitate grazie alle escursioni guidate organizzate dal Gruppo Speleologico di Massa Marittima. Il GSMM fa parte della Federazione Speleologica Toscana e le sue attività sono finalizzate alla promozione dell’attività di ricerca speleologica e alla valorizzazione e protezione del patrimonio carsico e archeologico locale. Il coinvolgimento della popolazione in questo senso è fondamentale, poiché è attraverso la conoscenza e l’educazione che è possibile conservare suddetto patrimonio e al tempo stesso finanziare la ricerca.
Alcune tra le più note e maggiormente visitate sono:
i cunicoli delle Fonti dell’Abbondanza
la Galleria Teresa
la Galleria Giulia
la Grotta Verde
la Galleria del Cassero
Per tutti gli appuntamenti il gruppo speleologico offre casco e luci.
Informazioni sulle diverse zone
Cave d’Allume di Montioni
Le cave di allume si trovano all’interno del Parco regionale di Montioni, che si sviluppa tra i fiumi Pecora e Cornia nelle province di Grosseto e Livorno.
L’allume è un solfato doppio di Alluminio e Potassio che fino dall’antichità veniva usato nelle lavorazioni delle pelli, della lana, del vetro ed in medicina come emostatico.
Sulle cave di Montioni un testo interessante è ”L’avvio delle iniziative granducali per la coltivazione dell’allume a Massa Marittima” di Roberto Facchinetti, che ci informa che si trova traccia delle cave di allume della Toscana meridionale e dei territori senesi già in una relazione redatta per conto del governo senese datata 9 dicembre 1334 attribuita a Simone di Giacomo di Tondo, anche se ci sono dubbi sulla reale paternità e data. Di certo nel 1478 Papa Sisto IV rivendicò alla mensa episcopale massetana il possesso delle tenute di Valle e Montioni unitamente a quello delle locali Allumiere. Grande importanza ebbero sotto il dominio dei Medici tanto che nel 1542 Cosimo I allestì una vera e propria impresa mineraria ricorrendo anche a maestranze specializzate dalla Germania, Austria e Boemia. Inizialmente si dedicò alle miniere della Versilia e di Campiglia e dal 1560 spostò tutte le maestranze e i macchinari da Campiglia alle Miniere e alle allumiere di Massa Marittima.
Dopo essere rimaste inattive per molto tempo, le cave furono riaperte nel 1803, ma soltanto durante il governo di Elisa Baciocchi (sorella di Napoleone), divenuta Principessa di Piombino nel 1805, iniziarono la loro produzione, che con intensità di coltivazioni diverse prosegui fino ai primi del 1900.
Elisa fece indemaniare le cave, le dette in affitto a Jean Gabriel Eynard, suo consigliere finanziario, e già nel 1808 le cave riattivate risultarono otto, due a galleria e sei a cielo aperto. L’imprenditore francese Louis Porte ricevette da Elisa l’incarico di amministratore dell’allumiera di Montioni e nel 1811 fu nominato Direttore alle dipendenze dei principi. Nel periodo di direzione di Louis Porte, l’estrazione del minerale di allume avveniva, nella zona di Montioni, sia in sotterraneo che in cava a cielo aperto. Il sasso d’allume era sottoposto ad una prima scelta e trasportato al forno per la calcinazione a fuoco; il minerale calcinato veniva fatto poi macerare e disciogliere in acqua, cotto di nuovo in caldaie di rame e fatto cristallizzare, pronto per essere trasportato nei luoghi di commercio. A questo punto l’allume veniva spedito allo scalo marittimo di Follonica impiegando il cammello come mezzo di trasporto.
Al momento della caduta del regime napoleonico i principi decisero di chiudere l’allumiera, Porte fu rimosso dall’incarico e la miniera fu data in affitto allo svizzero Etienne Richard.
Dopo la costituzione del parco nel 1995, fu realizzato un percorso turistico che permette l’affaccio su una coltivazione a tre livelli, alcune gallerie sono state chiuse con dei cancelli, altre sono ancora aperte.
Area Carsica di Pianizzoli
L’area carsica di Pianizzoli si trova a poco meno di 5 Km da Massa Marittima in linea d’aria in direzione Est-Sud Est, ( 7,5 km di strada dalla piazza Garibaldi, percorrendo da ghirlanda la SP Perolla). Si tratta di un affioramento di una placca di “Travertino” che presenta una particolare densità di fenomeni carsici epigei ed ipogei. Un area quindi con numerose doline di varia morfologia e dimensioni, valli cieche, inghiottitoi e grotte naturali tra cui la Prato 2, percorsa da un fiume, che con i suoi quasi 1400 mt di sviluppo è la più estesa della Toscana al di fuori delle Alpi Apuane. A est della strada di Perolla oltre ad alcune doline, una da origine ad un piccolo laghetto semipermanente (50 metri di diametro), si trova una dolina di crollo profonda circa 10 metri. Sul fondo, raggiungibile con una ripida scarpata senza uso di attrezzature speleologiche, si apre il pozzo di accesso alla Grotta del Frate. Ad ovest della strada, nei dintorni del Podere, oltre ad alcune doline, si trovano oltre 10 grotte di varie dimensioni tra cui le principali Grotta Prato ( scoperta nel 1978 dal gruppo speleologico pratese- ed al cui interno furono rinvenuti 90 scheletri del periodo neolitico e numerosi oggetti conservati al museo Archeologico della città); la Buca del Sambuco, Buca dei Pipistrelli, Buca del Cinghiale, del Somaro, la Buca dei Suoni, la Buca dei Bambini.
Molte grotte sono state usate per scopi sepolcrali, altre per usi abitativi, la gran parte del materiale rinvenuto (quello sfuggito alle devastazioni dei tombaroli) si trova conservato al museo.
“Il carsismo di Massa Marittima” è il titolo di una corposa relazione presentata dal geologo Maurizio Negri (presidente del GSMM gruppo speleologico Massa Marittima) al VIII congresso della Federazione speleologica Toscana i cui atti sono disponibili sul sito della federazione.
Fonti dell’Abbondanza
Il Palazzo dell’Abbondanza, è chiamato così perché al piano superiore c’erano i depositi cittadini di grano e sale, mentre al piano inferiore si trovavano le vasche delle fonti di acqua pubblica: queste risorse erano fondamentali per il benessere della città nel medioevo. Le vasche erano alimentate da una galleria appositamente scavata, nel 1265, per la captazione di varie venute di acqua sotterranea. La data è testimoniata da una iscrizione in latino posta sulla colonna centrale del loggiato dove si apre la fonte.
La galleria è stata scavata con lo scopo di alimentare le fonti, partendo molto probabilmente da piccole venute di acqua nella parete di roccia. Si sviluppa per una lunghezza complessiva di 250 m, con una larghezza media di circa 1,50-1,60 m, che varia da minimo 85 -90 cm a 2,2 m nel punto massimo. L’altezza media è di 1,7- 1,90 m con un minimo di 1,40. Lo spessore di terreno che sovrasta la galleria va dai 3 ai 20 m. Il dislivello totale è di 5 m sul ramo principale e di 7 sul ramo laterale.
Le gallerie possono essere visitate solo accompagnati dal gruppo speleologico.
Per ulteriori informazioni : info@gsmmspeleo.it