Le mura massetane, costruite a partire dal XII secolo ed ampliate tra il XIII e il XIV secolo, circondavano completamente quello che oggi definiamo centro storico. Si estendevano per circa 2000 m e si sviluppavano dal castello di Monteregio, includendo le chiese di San Rocco e di San Francesco.
Durante la conquista di Massa per mano di Siena parte del circuito fu distrutto, per poi essere ricostruito nel 1377. Fu così ridotto il perimetro originario e una larga parte della città ne fu tagliata fuori. Furono sempre i senesi che decisero di erigere una seconda cinta muraria della lunghezza di 230 m, con lo scopo di dividere e controllare più facilmente il paese assoggettato.
L’unico tratto di mura attualmente percorribile è proprio quest’ultimo e vi si accede dalla Torre del Candeliere. Molti sono i tratti di mura ancora conservati e lungo i quali è possibile passeggiare, come per esempio quello che collega l’Ex Convento delle Clarisse alla Chiesa di San Francesco.
Numerose sono le porte medievali sparse per tutto il paese, delle quali Porta alle Silici e Porta San Bernardino costituiscono gli esempi meglio conservati e più suggestivi. Le mura in Cittanuova furono demolite nel 1857 e con esse la Porta di San Pietro, costruita nel 1206.
Porta San Francesco o Porta all’Ala
Fu costruita dai senesi nel 1337 dopo la demolizione delle mura massetane che contenevano anche il convento di San Francesco. Fra i due archi, nella parete destra si nota una porticina, riaperta nel 1920 e che per una scaletta segreta riconduceva al Forte di Monteregio per favorirne le uscite. Sopra la porta all’esterno si trova la Balzana, stemma di Siena.
Curiosità: la porta dava accesso alla via delle carbonaie che si trovavano fuori dalle mura per evitare incendi. Alcuni storici pensano che le riserve di carbone servissero come difesa e che sarebbero state accese in caso di attacchi esterni.
Porta San Bernardino
La porta dedicata al santo nato a Massa Marittima nel 1380, rimase murata per diversi secoli per venire riaperta durante la seconda guerra mondiale, per facilitare lo sfollamento in caso di incursioni aeree. Al di sopra della porta si nota l’emblema bernardiniano.
Aneddoto: si racconta che da questa porta passò il Santo alla volta di Siena. Ai concittadini massetani che lo supplicavano di rimanere disse: “se non vengo manderò i panni”, espressione in uso tutt’oggi fra i massetani. I “panni” di San Bernardino sono oggi conservati in una teca che si trova nella Chiesa di Sant’Agostino
Porta Eleonora o di Val d’Aspra
Si chiama di Val d’Aspra in seguito a un sanguinoso combattimento avvenuto il 13 dicembre 1230 fra Massetani e Senesi dove scorsero fiumi di sangue. In antico si chiamava porta Nuova e fu murata per molti secoli per essere poi riaperta nel 1784 quando prese il nome di porta Eleonora perché nelle vicinanze si trovavano gli orti della vedova Eleonora Vannuccini.
Aneddoto: si dice che nel 1570 un contadino chiamato Pedo, che se ne stava sempre ozioso per Massa, ogni tanto sparisse per scavare in una cava solo a lui nota da cui prendeva terra mista a oro e che rivendeva agli orafi di Siena e Firenze. Doveva essere catturato vivo. Fu assalito in prossimità di Porta Val d’Aspra e ucciso, per cui nessuno seppe mai dove si trovava la cava.
Porta al Salnitro già Porta a Mare e all’ Arialla
La porta prende il nome dal minerale che serviva per la polvere da sparo, appunto il salnitro che era ricavato dalla raschiatura dei muri umidi e mal ventilati situati in ambienti pubblici o privati. Su queste superfici si forma spontaneamente una efflorescenza di cristalli bianchi, il salnitro appunto.
La porta è sormontata da merlatura ghibellina.
Curiosità: si nota dall’esterno lo stemma della repubblica massetana un leone rampante con una croce detta “patente”, una di quelle croci che il comune fece scolpire all’atto della costruzione della cerchia muraria cittadina su questa e sulle altre porte, che rappresenterebbero lo stemma più antico
Porta alle Formiche già porta dell’Abbondanza e del Teatro
Il nome deriva dalle formiche che si trovavano nel vicino granaio del Palazzo dell’Abbondanza. Questa porta non ha stemma né merlatura e fu murata durante il dominio senese per essere riaperta nel 1784 quando venne nominata anche dell’Abbondanza o del Teatro. Quest’ultimo nome fu dato in seguito alla realizzazione del Teatro Goldoni, oggi sede dell’omonimo cinema e sala mostre e convegni.
Curiosità: la porta dà accesso alla Via Goldoni, chiamata in passato anche di Pantaneto per le acque piovane che venivano giù dalla ripida stradicciola di “Storcicoda” e la riducevano in un vero pantano
Porta di San Rocco o Senese
Fu costruita dai senesi in sostituzione di quella di Bufalona restringendo la cinta muraria per consolidare il loro dominio e rendere più facile la difesa della città. L’antica Porta di Bufalona si trovava in prossimità della Chiesina di San Rocco, protettore delle pestilenze. La chiesa fu edificata nel 1487 proprio durante una pestilenza.
Curiosità: dal lato storico la Porta di San Rocco ricorda l’ingresso dell’imperatore Carlo IV in visita a Massa Marittima mentre si trovava a Siena. Era la vigilia di San Cerbone, Patrono della città.
Porta alle Silici
Ultima nella descrizione delle antiche porte massetanae, ma prima per importanza e imponenza è la porta alle Silici che mette in comunicazione Cittavecchia con Cittannova.
Sull’arco della porta che guarda Cittavecchia è riportata la Balzana, lo stemma di Siena e su quello che si trova in Cittannova è murata un’iscrizione che ricorda la fondazione della fortezza fatta costruire dal comune di Siena nel 1337.