Il villaggio si trova a sud di Massa Marittima, lungo la strada che porta al Lago dell’Accesa.
Tipico borgo minerario, sviluppatosi già dalla prima metà dell’Ottocento in relazione allo sfruttamento delle risorse minerarie. La struttura urbanistica dell’insediamento è dunque quella tipica dei villaggi minerari, con la villa del direttore della miniera in posizione dominante, le abitazioni delle maestranze e lo spaccio. In prossimità dell’abitato sono presenti e visibili i resti delle strutture utilizzate per le attività minerarie, che conservano un notevole valore dal punto di vista dell’archeologia industriale. Tra questi, è possibile vedere un castelletto di estrazione in legno del Pozzo Carlo, mentre più a nord si levano gli ingenti depositi di sterile del Pozzo Salerno. Tutta la valle è ricoperta da resti dell’attività estrattiva e ciò ha modificato le caratteristiche geomorfologiche del pendio, portando alla formazione di ristagni di acque acidificate. Sul Colle di Serrabotini si trovano infine numerosi resti di pozzi di estrazione di epoca preindustriale risalenti al XIII-XV sec. Alcuni pozzi sono ancora aperti e sono stati messi in sicurezza ma la maggior parte sono oramai occlusi da detriti, perciò si presentano come avvallamenti a forma circolare o, meno frequentemente, a sezione rettangolare e quadrata. Alla bocca dei pozzi sono state rinvenute numerose scorie di fusione di ferro, rame e pirite. Molti pozzi sono tutt’oggi caratterizzati da muretti in pietra che ne fasciano le pareti interne e per questo sono considerati tra gli esempi meglio conservati di escavazione mineraria di epoca medievale.